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La visita di Draghi in Tripolitania, di fatto nella mani della Turchia, ha segnato una svolta nelle relazioni tra l’Italia e la Turchia, di cui conseguenza diretta è ciò che Draghi ha detto di Erdogan, definendolo “dittatore”. Il che ha immediatamente causato la reazione del leader turco nei confronti del nostro Presidente del Consiglio, che, nominato non già eletto, al contrario di lui, con i consensi del più del 50% della popolazione turca, “non sarebbe abilitato a usare parole di un certo tipo”. Si può pensare che a Draghi non sia “scappata” la parola “dittatore” come gaffe, né che sia stato solo mosso dall’indignazione del caso specifico (l’aver Erdogan lasciato senza possibilità di sedersi la von der Leyen), ma sia stata pronunciata a bella posta, come è successo per la definizione di “assassino” data da Joe Biden a Vladimir Putin. Una provocazione che succede quando si varca la soglia delle formalità, sì da determinare una “reazione”, altrettanto energica e smuovere l’equilibrio dei vecchi rapporti. I quali, al momento, sono a vantaggio della Turchia, ma che, nella volontà di ripresa dalla crisi economica, sanitaria e politica dell’Italia, vogliono pilotare la politica estera verso altre strategie, specie per quanto riguarda il nostro “territorio esterno” più vicino, la Libia, in cui l’area di influenza turca è cresciuta per colpa della nostra disattenzione. E’ questo il segno di più marcato interessamento sia per quanto riguarda la ricostruzione infrastrutturale e il ritorno ad una solida e più ampia pacificazione in Libia, sia per la necessità di ridimensionamento, in Tripolitania, delle milizie e degli impegni militari turchi. Ciò potrà essere possibile a condizione che l’U.E. (compresa la Francia, con cui l’Italia dovrà avere, nella reciprocità, più favorevoli relazioni), con cui la Turchia ha interesse a mantenere ora più che mai buoni rapporti, non agisca in maniera ambigua o addirittura contraria all’Italia e a condizione che gli Stati Uniti ritengano utile “ridimensionare” già di per sé la ormai consistente potenza turca.

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